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LA SPAGNA SVOLTA A SINISTRA, LA VITTORIA DI PODEMOS E IL TRACOLLO DI RAJOY





Più che un terremoto politico, la vittoria di Podemos pone fine il  bipartitismo tradizionale formato dai Popolari, guidati dal premier Mariano Rajoy, e i Socialisti, che ha segnato la storia democratica dopo la caduta del franchismo.


Nelle elezioni amministrative di domenica svoltasi in Spagna, gli elettori spagnoli hanno deciso di svoltare verso sinistra. Il grande sconfitto della tornata elettorale è proprio il partito di Rajoy. I conservatori, al governo in Spagna dal 2011, hanno perso la maggioranza assoluta in molte città e d in molte regioni, dove se vorra' continuare a governare dovra' collaboratore con altre forze politiche, in particolare con i liberali dei Ciudadanos.


A Madrid ha vinto Manuela Carmena, l’ex giudice sostenuta da  Ahora Madrid, una lista civica appoggiata dal partito di Pablo Iglesias. L’Ahora Madrid ha ottenuto 20 seggi e potrà governare la capitale solo con l’appoggio del PSOE, mentre il PP perde la sua roccaforte dopo 24 anni di maggioranza assoluta.


Expoilt anche a Barcellona per la formazione anti-austerity fondata dal Movimento degli Indignados e i per i suoi alleati civici, tra cui formazioni di sinistra e movimenti contro gli sfratti. Nella città catalana, ha vinto Ada Colau, sostenuta dalla lista Barcelona en Comu. La lista appoggiata da Podemos e altre formazioni politiche di sinistra ha sì battuto il sindaco uscente nazionalista catalano Xavier Tras, ma non ha ottenuto la maggioranza assoluta e per questa ragione dovrà trovare un’alleanza piuttosto complicata per poter governare.

Colau fa parte della “Piattaforma vittime del mutuo” (PAH) ed è famosa per la sua proposta di una legge di iniziativa popolare per facilitare l’estinzione dei debiti dei cittadini alle prese con la crisi economica.




In queste elezioni va evidenziato il buon risultato dei Ciudadanos  che ottiene risultati in doppia cifra in molte città. Il partito guidato da Albert Rivera sta conquistando elettori sia di destra sia di sinistra , promettendo riforme più moderate e favorevoli ai mercati, ma l’unico nodo da sciogliere resta a livello locale quando il leader dei Ciudadanos dovrà scegliere se supportare i conservatori oppure non ostacolare i futuri patti di governo tra PSOE e Podemos.



La vittoria di Podemos è frutto delle sue denunce contro la corruzione dei partiti tradizionali, i tagli alla spesa pubblica e alle politiche d’austerità, imposte dai capi di Bruxelles, che hanno messo in ginocchio la Spagna.

Il successo del movimento guidato da Pablo Iglesias è solo un piccolo assaggio perché a Novembre la Spagna sarà chiamata a partecipazioni alle elezioni nazionali per decidere chi sarà il nuovo premier. Nei sondaggi, il PP di Rajoy mantiene il primo posto con il 33%, ma quando ha guidato la maggioranza del governo  nell’arco di quattro anni il premier conservatore ha perso più di 10 punti. Il PSOE ha contenuto il calo a 2 punti in meno rispetto al 2011 , e in proiezione nazionale è praticamente appaiato ai conservatori di Rajoy.  E questa situazione, scrive ad esempio il quotidiano spagnolo El País, sembra un ritorno al decennio passato quando PP e PSOE erano distanziati di solo qualche decimo.

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