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LA "COERENZA" E L'ELOGIO ALLA MAFIA DI EUGENIO SCALFARI





Nel suo editoriale dal titolo "La coerenza è merce rara ma in Italia la conosce solo la mafia", Eugenio Scalfari parla di coerenza con tanto di elogio alla mafia. Il fondatore del quotidiano La Repubblica sviluppa il suo pensiero partendo dalle parole di Papa Francesco, passando poi alla politica e al Jobs Act di Renzi , una riforma che non crea posti di lavoro (anzi li distrugge).

Scalfari apprezza l'Italicum ,una buona legge che contiene nell'ultimo articolo la clausola di garanzia secondo la quale non potrà essere applicata prima dell'autunno 2016, ma non la riforma del Senato.
Come ben saprà, la riforma del Senato è un imbroglio perché non si tratta di abolizione ma di risparmio e quindi il Senato rimane immune. ll Senato non costa un miliardo ma 541 milioni di euro e il risparmio possibile è di 100 milioni di euro, solo briciole. Concordo - come ha spiegato l'ex direttore di Repubblica- che la legge elettorale della Camera senza più un Senato crea un regime monocamerale che rafforza moltissimo il potere esecutivo e attenua i poteri di controllo del potere legislativo.  E' vero anche che in tutti i paesi c'è il monocameralismo, peccato che con una  legge elettorale orribile e una mancanza di due leggi serie e fondamentali come il conflitto di interesse e la legge anticorruzione, il monocameralismo diventerà una merda.

Trapassando Fmi e legge di bilancio, Scalfari dà lezioni di coerenza a noi italiani come se Giuda ci volesse impartire lezioni di fedeltà; di coerenza si intende rapporti con la società e con la vita pubblica.

Nell'ultimo paragrafo descrive di una  mafia "coerente" allo statuto dell'organizzazione e ai riti di iniziazione. Codici d'onori che vanno rispettati perché sennò attendono il giudizio e la punizione decretata dal capo-banda:

Le mafie prosperano in Italia perché i capi ottengono completa obbedienza e rispetto dello statuto dell'organizzazione e ai riti di iniziazione.
Se li tradiscono li aspetta il giudizio del capo e la punizione da lui decretata. Perciò, salvo rare eccezioni, i mafiosi sono coerenti. I non mafiosi no. L'esercito ausiliario della mafia è fatto da non mafiosi il cui "fai da te" ha scelto quella zona grigia che tiene un piede dentro la scarpa mafiosa ed uno fuori. Senza di loro la mafia conterebbe assai poco ma con loro conta moltissimo. Le mafie sono Stati nello Stato perché lo combattono ma ci vivono dentro.

Se questo obbrobrio l'avesse scritto Grillo, si sarebbe scatenato l'inferno con prime pagine sui giornali e news 24h su 24 in televisione contro il Movimento 5 Stelle.

Tra i coerenti il fondatore di Repubblica cita la Destra storica che ,dopo la morte di Cavour, ha portato alla completa unificazione dell'Italia. E infine, nella lista degli statisti che hanno cambiato l'Italia, inserisce il suo caro amico e vecchio compagno di Guf Giorgio Napolitano. Più che coerente e garante delle istituzioni,  Napolitano nei suoi due mandati, è stato un Presidente-dittatore di un regime che decideva tutto con risultati un po' pietosi; la colpa non è sua e di chi mette a capo del governo, ma delle opposizioni "rompicoglioni" e dei giornali che criticano l'operato dei premier e del Presidente della Repubblica.
Incoerente è stato anche quando ha firmato le leggi-vergogna come  la promulgazione del "legittimo impedimento" per Berlusconi e i suoi ministri, l’indulto extralarge esteso ai reati dei colletti bianchi, il decreto Mastella per distruggere i dossier della security Telecom, l’ordinamento giudiziario Mastella-Castelli, la legge salva-Pollari, il lodo Alfano, la norma della penultima finanziaria che raddoppia l’Iva a Sky, i due pacchetti sicurezza Maroni contenenti norme razziali anti-rom e anti-immigrati, lo scudo fiscale Tremonti e  il decreto salva-liste del Pdl.

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