IL DILEMMA INFINITO DI BERLUSCONI: APPOGGIARE LA MELONI O CONFERMARE IL SUO CANDIDATO. E INTANTO BERTOLASO NON SI TIRA INDIETRO
Il termine delle quarantotto ore è scaduto ed entro oggi mattina Silvio Berlusconi dovrà prendere una difficile decisione per dare una risposta al suo partito e agli ex alleati di centrodestra, Matteo Salvini e Giorgia Meloni: cambierà cavallo per la corsa verso il Campidoglio oppure continuerà a sostenere Guido Bertolaso, candidato su cui ha investito parecchio e che all’inizio era stato accettato da tutti, nella speranza forse di mettere fine a tutte le polemiche di questi giorni e porre rimedio ai dissidi presenti all'interno di Forza Italia.
Giorni di riflessione a Palazzo Grazioli per l'ex premier. Non ha mai avuto dubbi nel sostenere il suo Rudy Giuliani indicandolo più volte il profilo adatto per vincere nella Capitale, ma di fronte ad un partito diviso e i sondaggi pochi rassicuranti che vedono l'ex capo della Protezione Civile quinto classificato ad una percentuale maggiore del 5% (intorno al 6-7%), sarà obbligato a cedere al pressing dei maggiori esponenti di Forza Italia, che propendono in maniera asfissiante una exit strategy e invitano a ragionare facendolo capire che con Bertolaso non si va da nessuna parte e si rischia una figuraccia epocale portando al Campidoglio un e solo candidato comunale.
L'ultima parola spetta di diritto a Berlusconi e con molta probabilità sarà propenso a puntare la via forzata ossia convergere su un altro nome per mettere in difficoltà il premier non eletto dal popolo Matteo Renzi in vista del referendum costituzionale nel mese di Gennaio e anche per evitare una vera e propria scissione all'interno del suo partito.
Quindi è meglio puntare sulla Meloni per un accordo che tenesse unita la coalizione del centrodestra oppure scendere in campo con Alfio Marchini per provare a riallacciare i rapporti con il suo ex delfino Angelino Alfano, sostenitore dell'imprenditore romano, e con la destra moderata e fervente cattolica?
Marchini è stata inizialmente la prima scelta di Berlusconi per sostituire Bertolaso e che, secondo i sondaggi, con Forza Italia potrebbe superare il primo turno e vincere le elezioni romane al ballottaggio, ma a dettare le condizioni è il cerchio magico del fedelissimi del premier, ostinato a convergere sulla leader di Fratelli d'Italia per due principi.
Punto primo: E' in rimonta negli sondaggi e sui numeri avrebbe scavalcato al secondo posto il candidato del Partito Democratico Roberto Giachetti. Se fino alla settimana scorsa, infatti, il vicepresidente della Camera del PD era al 21,5-22% e la Meloni al 20%, oggi la situazione sarebbe ribaltata.
Punto secondo: secondo il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, la Meloni è l'unica che può vincere a Roma in un futuro ballottaggio con Virginia Raggi, candidata sindaco del Movimento Cinque Stelle data favorita alla vittoria finale.
L'ex Cavaliere scioglierà la riserva nelle ore successive e alla fine, l'accordo con l'ex ministro della Gioventù è molto probabile che vada in porto, ma come è successo ieri notte, dovrà risolvere un problema: la resistenza di Bertolaso. Nella conferenza di ieri alla Camera dei Deputati congiunta con Gianfranco Rotondi per presentare il progetto del deputato forzista Rivoluzione Cristiana con l'obiettivo di rappresentare i cattolici della Terza Repubblica, Guidone smentisce le ipotesi di un possibile ritiro dell'appoggio di FI alla sua candidatura: "Sono sempre stato il candidato di Berlusconi, non cambia niente". E aggiunge: "La mia candidatura dà fastidio, ma questo era evidente fin dal primo giorno. Un manager che non ha mai detto signor sì a nessuno può essere ben accetto ai politici?". Bertolaso resiste in tutti i modi e non è buona notizia per i parlamentari di Forza Italia che si stanno chiedendo cosa bisogna offrigli per indietreggiare dalla corsa e accelerare l'accordo sulla Meloni. L'ex capo della Protezione Civile è molto legato a Berlusconi e ciò che gli chiede, sarebbe pronto ad obbedire ad ogni ordine anche chiedere di lasciare la campagna elettorale per dare il posto ad un altro.
Sono ore cruciali per l'ex Cavaliere che preferirebbe anche
confermare il suo candidato per non far ricevere il messaggio al duo
Meloni-Salvini che il suo dietrofront in
extremis sia un clamoroso segnale di cedimento. Tradotto: non vuole lasciare
spazio a quei due per non perder il timore della coalizione del centrodestra.
Il discorso sull'unità non è chiuso e nel suo partito sperano che il loro
presidente la notte abbia portato consigli.
@fasulo_antonio
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