E' servito a poco l'invito di Roberto Saviano agli elettori campani di non andare a votare alle primarie del Partito Democratico per scegliere il candidato alla Regione Campania. Nel video-appello, il giornalista e scrittore napoletano rimarca che i candidati (Vincenzo De Luca e Andrea Cozzolino) sono espressione del cambiamento del passato e rappresentano la gestione della Campania con gli errori madornali, le ecoballe e la speculazione.
Vincenzo De Luca, favorito dall’alta affluenza a Salerno e provincia, stravince con diecimila voti di distacco sull'europarlamentare Andrea Cozzolino, il quale chiede le verifiche, e sarà proprio l'ex sindaco di Salerno a guidare Pd verso le elezioni regionali in Campania che si svolgeranno a Maggio. Ha vinto quel simpaticone di De Luca, colui che è stato nominato Sottosegretario ai Trasporti e alle Infrastrutture dal governo Letta, decaduto da sindaco di Salerno per incompatibiltà di cariche e ha tollerato la sua candidatura interna al centrosinistra nonostante una condanna e un rinvio a giudizio con le accuse di falso ideologico, abuso d’ufficio e lottizzazione abusiva nell’ambito delle indagini sulle presunte irregolarità nella realizzazione del Crescent, il complesso urbanistico a forma di mezzaluna progettato dall’architetto catalano Riccardo Bofill.
Se alle prossime elezioni Regionali vincesse proprio De Luca, si aprirebbe un nuovo scenario: è condannato per abuso d’ufficio in primo grado e penderebbe su di lui la legge Severino che prevede in quel caso la decadenza; quella legge che è stata applicata nel Novembre 2013 per la decadenza di Silvio Berlusconi come Senatore della Repubblica Italiana. Rispetto alla carica di sindaco, il Tar ha sospeso l’applicazione del provvedimento in attesa della sentenza della Corte Costituzionale. Ma il vulcanico neocandidato alla Regione non tira indietro e attacca la legge Severino definendola demenziale.
Come nel caso ligure che ha visto vincere Raffaela Paita, sostenuta alle primarie del centrosinistra da Ncd, Alleanza Nazionale e parte di Forza Italia, le primarie dovevano essere uno strumento per participare al dibattito di selezione, invece, si sono rivelate un bluff, un meccanismo per dare i voti a uno o all'altro candidato che piace alla base del partito senza selezione in cambio di un assessorato o di un appalto.
Se Renzi fosse stato rottamatore non accetterebbe mai che un politico come De Luca salisse sul suo carro. In realtà Renzi e Partito Democratico (chiamiamolo democratico) se ne fregano dei temi principali come l'emergenze rifiuti e la malasanità in Campania, la loro importanza è quella di vincere , con qualsiasi mezzo sleale ( favoreggiamento e brogli elettorali ) raccattando nel partito indagati, condanati e quaquaraquà provenienti da Forza Italia, estrema destra e Sel come i casi di Sergio Boccadutri e Gennaro Migliore.
@fasulo_antonio
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