In Grecia vince Syriza confermando sia gli exit-pool della vigilia sia le prime proiezioni a scrutini iniziati. Con il 99,78 delle schede scrutinate, la coalizione della sinistra radicale guidata da Alexis Tsipras ha preso il 36% dei consensi ottenendo 149 seggi al Parlamento ellenico, due in meno della maggioranza assoluta (151 su 300 seggi). Oggi Tsipras ha preso tre giorni di tempo per incontrare gli altri partiti e per trovare una base parlamentare che sostenga il suo governo. Più probabile che si allei con i Greci Indipendenti, perché sono gli unici fortemente contrari al Memorandum tra Troika e il precedente governo di Antonio Samaras, sostenuto dal Pasok e da Nea Democratia. I Greci Indipendenti sono un partito di destra anti-austerità e anti-euro, nato da una scissione dei conservatori di Nea Democratia. L'accordo tra Syriza e i Greci Indipendenti esclude l’altro partito che era in lizza per entrare nel governo, To Potami, una forza centrista e dall’identità ideologica confusa fondata da Stavros Theodorakis, giornalista della più grande rete televisiva: Mega Channel, che supera la soglia del 3% e porta in parlamento oltre 15 deputati.
I partiti che hanno portato alla catastrofe del paese sono usciti distrutti: regge con il 28,2% il centrodestra di Nea Democratia del premier uscente Antonio Samaras. La campagna elettorale di Nea Democratia si è basata sul dire ai greci che con Syriza al governo la Grecia sarebbe diventata “la Corea del Nord o il Venezuela dell’Europa”. Sprofondano anche i socialisti del Pasok, che negli ultimi 40 anni è stato al governo, alternandosi con i conservatori di Nea Dimocratia: dal 12 % di due anni fa, ne perdono 8 punti entrando per un soffio in Parlamento.
Al terzo posto, si classificano con 6,36% i neonazisti di Alba Dorata. Crescono, seppur di poco, i comunisti del Kke (dal 4 al 5%) che sin dall’inizio della campagna elettorale hanno annunciato di non voler in alcun modo collaborare con un eventuale governo a guida Syriza perché considerato come un’alternativa non credibile.
La vittoria di Tsipras è stato accolta con freddezza dalla Germania, il Paese UE che ha elargito il maggior numero di crediti verso il governo di Atene, più di 60 miliardi. "Euro-terrore”, così titola il tabloid tedesco Bild. I settimanali Der Spiegel e Die Zeit. invece, hanno chiesto di dare una chance al prossimo primo ministro greco.
In un’intervista all’emittente Ard, il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, noto per essere un “falco” del rigore di bilancio, ha chiesto al neo-governo di rispettare gli impegni perchà la Grecia ha ancora bisogno di aiuto dall’Unione europea. Oggi pomeriggio il Presidente della Bce Mario Draghi, il capo della Commissione Ue Jean Claude Juncker , il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e Jeroen Dijsselbloem che guida l’Eurogruppo, si incontreranno per una colazione di lavoro prima dell’Eurogruppo per discutere della linea da tenere con il nuovo governo greco.
Esultando per la vittoria di ieri, Tsipras ha annunciato che la Troika è il passato e propone una nuova soluzione anti-austerity con l'Unione Europea, ma il 28 Febbraio scade il programma di aiuti della cosiddetta Troika (Bce, Ue e Fmi) che finora ha dato ad Atene 240 miliardi di euro per evitare il fallimento della Grecia.
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