I principali candidati alle primarie del Pd per la carica di governatore in Emilia Romagna Matteo Richetti e Stefano Bonaccini risultano indagati per peculato nell’inchiesta sulle “spese pazze” in Consiglio Regionale. Per Richetti compare un'esposto presentato da Andrea Defranceschi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, sulla vicenda delle auto blu nel periodo in cui era stato presidente dell’assemblea regionale, cioè fino al 2012. Sul conto del segretario regionale Bonaccini, invece, i pm di Bologna gli contestano le spese per "poco meno di 4mila euro in un periodo di 19 mesi" (tra 2010 e 2011) e che riguardano spese per pranzi e cene e rimborsi chilometrici. A tale cifra, su Twitter, si scatena la difesa (chiamato anche "leccaculismo") dei giornalisti di centrosinistra, definendo la spesa contestata dai pm come "una gogna mediatica".
"4.000 euro in 19 mesi, che sarà mai", scrivono alcuni giornalisti (da Claudio Cerasa del Foglio a Tommaso Labate del Corriere della Sera, fino ad arrivare a Giovanni Valentini di Repubblica e a Stefano Menichini di Europa Quotidiano), come se esistesse una soglia in cui è possibile commettere un reato.
Bonaccini accusato di aver speso 4000 euro per pranzi e cene in 19 mesi. Significa 210 euro al mese. 7euro al giorno. Un buono posto #eddaisu
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) 10 Settembre 2014
Tanto per capire di quello di cui si parla. A Stefano Bonaccini contestano cene per una media di 7 euro al giorno.
— Tommaso Labate (@tommasolabate) 10 Settembre 2014
Le "spese pazze" nel Pd emiliano: Bonaccini 4.300 €, Richetti 5.500 €, tutto in 19 mesi. Peculato o gogna mediatica?
— Giovanni Valentini (@GiovaValentini) 10 Settembre 2014
Cosa vuoi che siano 4000 euro per un consigliere regionale che guadagna circa 16.000 euro al mese. Allora cosa dovranno dire gli impiegati statali, a cui pochi giorni fa, è stato annunciato l'ennesimo blocco degli stipendi? (Grazie Madia, grazie Renzi). Che reazione devono avere se non provare disgusto? Questi sciacalli del giornalismo si devono vergognare, allora Beppe Grillo non ha tutti i torti quando i finanziamenti pubblici riservati all'editoria di partito vanno eliminati. @fasulo_antonio
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