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RICHETTI E BONACCINI INDAGATI: ECCO IL LECCACULISMO DEI GIORNALISTI



I principali candidati alle primarie del Pd per la carica di governatore in Emilia Romagna  Matteo Richetti  e Stefano Bonaccini risultano indagati per peculato nell’inchiesta sulle spese pazze in Consiglio Regionale. Per Richetti compare un'esposto presentato da Andrea Defranceschi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, sulla vicenda delle auto blu nel periodo in cui era stato presidente dell’assemblea regionale, cioè fino al 2012. Sul conto del segretario regionale Bonaccini, invece, i pm di Bologna gli contestano le spese per "poco meno di 4mila euro in un periodo di 19 mesi" (tra 2010 e 2011) e che riguardano spese per pranzi e cene e rimborsi chilometrici. A tale cifra, su Twitter, si scatena la difesa (chiamato anche "leccaculismo") dei giornalisti di centrosinistra, definendo la spesa contestata dai pm come "una gogna mediatica".
 "4.000 euro in 19 mesi, che sarà mai", scrivono alcuni giornalisti (da Claudio Cerasa del Foglio a Tommaso Labate del Corriere della Sera, fino ad arrivare a Giovanni Valentini di Repubblica e a Stefano Menichini di Europa Quotidiano), come se esistesse una soglia in cui è possibile commettere un reato.









Cosa vuoi che siano 4000 euro per un consigliere regionale che guadagna circa 16.000 euro al mese. Allora cosa dovranno dire gli impiegati statali, a cui pochi giorni fa, è stato annunciato l'ennesimo blocco degli stipendi? (Grazie Madia, grazie Renzi). Che reazione devono avere se non provare disgusto? Questi sciacalli del giornalismo si devono vergognare, allora Beppe Grillo non ha tutti i torti quando i finanziamenti pubblici riservati all'editoria di partito vanno eliminati.

@fasulo_antonio


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