C'è un filo nero tra l'aggressione all'avvocatessa greca Eugenia
Kouniaki e quella all'inviato della redazione televisiva Nemo Daniele
Piervincenzi.
Entrambi si sono scontrati con la violenza dei partiti di estrema destra, la cui politica è quella di aggredire brutalmente e minacciosamente a chi la pensa diversamente, mentre svolgevano il proprio dovere. Kouniaki è stata assalita insieme ad un'altra donna da un gruppo di militanti di Alba Dorata mentre stavano scendendo da un bus per recarsi alla sede della polizia di Atene dove doveva assistere un pescatore egiziano, testimone chiave in un processo proprio contro l'organizzazione nazifascista Alba Dorata per aggressioni ad attivisti di sinistra ed ai migranti. Piervincenzi invece è stato colpito prima con una testata sul setto nasale e poi preso a bastonate da Roberto Spada, titolare di una palestra ostiense e fratello del boss Carmine, condannato a dieci anni di reclusione per estorsione a stampo mafiosi nei confronti di un tabaccaio, mentre gli chiedeva tranquillamente e cortesemente ragguagli sul sostegno della sua famiglia a Luca Marsella, candidato presidente di Casapound alle elezioni di Ostia, il cui municipio è stato commissariato per infiltrazioni mafiose dopo l'arresto del minisindaco del Partito Democratico Andrea Tassone, condannato per cinque anni nel processo Buzzi-Carminati.
Entrambi si sono scontrati con la violenza dei partiti di estrema destra, la cui politica è quella di aggredire brutalmente e minacciosamente a chi la pensa diversamente, mentre svolgevano il proprio dovere. Kouniaki è stata assalita insieme ad un'altra donna da un gruppo di militanti di Alba Dorata mentre stavano scendendo da un bus per recarsi alla sede della polizia di Atene dove doveva assistere un pescatore egiziano, testimone chiave in un processo proprio contro l'organizzazione nazifascista Alba Dorata per aggressioni ad attivisti di sinistra ed ai migranti. Piervincenzi invece è stato colpito prima con una testata sul setto nasale e poi preso a bastonate da Roberto Spada, titolare di una palestra ostiense e fratello del boss Carmine, condannato a dieci anni di reclusione per estorsione a stampo mafiosi nei confronti di un tabaccaio, mentre gli chiedeva tranquillamente e cortesemente ragguagli sul sostegno della sua famiglia a Luca Marsella, candidato presidente di Casapound alle elezioni di Ostia, il cui municipio è stato commissariato per infiltrazioni mafiose dopo l'arresto del minisindaco del Partito Democratico Andrea Tassone, condannato per cinque anni nel processo Buzzi-Carminati.
La vicenda di due giorni fa fotografa la condizione in cui
vive Ostia: personaggi come Roberto Spada che detta la sua legge a colpi di
testate e manganelli stile fascista, e clan mafiosi che organizzano il
controllo del litorale romano con la violenza e l’intimidazione e bussano le
porte della politica.
Provarono a contagiare il Movimento Cinque Stelle autocandidandosi
l'anno scorso alle elezioni comunali di Roma, ma trovarono la porta serrata con
i grillini, attraverso il blog di Beppe Grillo, che presero
immediatamente le distanze respingendo il sostegno al mittente e con Virginia
Raggi proprio nel suo comizio finale ad Ostia affermò chiaro che
gli Spada per troppi anni l’hanno fatta da padroni e
hanno appena espresso sostegno a CasaPound, anche se
quest'ultima si sottrae dall'imbarazzo e nega legami con il clan familiare di
origine sinta. Eppure è indubitabile che l'organizzazione neofascista
abbia beneficiato dell’appoggio degli Spada durante la campagna elettorale
ottenendo un clamoroso e storico 9% dei consensi che gli
consente di sedere negli scranni dell'opposizione del municipio ostiense.
Ma non è solo la simpatia politica a legare il picchiatore arrestato pochi
giorni fa dai carabinieri ai dirigenti dell'estrema destra. Tra di loro c'è un
profondo rapporto di amicizia come dimostrano alcune foto che girano nel web e
la sponsorizzazione data da Spada ad un evento per i bambini organizzato
proprio da Casapound. È inutile che vi smarchiate e neghiate per liberare
dal pesante imbarazzo, non è una novità che il mondo neofascista è strettamente
collegato alla mafia e alla malavita ci sono sentenze che lo provano.
Ad Ostia come può un potere locale e malavitoso in combutta
con i fascisti del nuovo millennio spadroneggiarsi alle porte della Capitale
provocando terrore in città e contagiando liberamente nel mondo della politica
e della società civile?
Tanti motivi per cui un terzo degli abitanti ostiensi hanno
disertato le urne: 1) l'estrema destra ha occupato gli spazi sociali che la
sinistra ha abbandonato; 2) il Partito Democratico ha pensato bene di
cancellare l'antifascismo dal proprio statuto per inseguire le destre xenofobe
e leghiste; 3) lo Stato e la politica sono corresponsabili morali della
creazione del mostro a due teste. Entrambi presenti con il loro cinismo, con la
loro incapacità e con la loro corruzione profonda.
Non basta una testata o una minaccia a coloro che narrano la
realtà della società per svegliare le coscienze, serve urgentemente coraggio e
azione per rimediare al danno prima che sia troppo tardi. Ripristinare la
legalità e combattere le idee culturalmente. È l'unica via per scacciare i due
crimini.
@fasulo_antonio
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