IL MILAN DALLE "COSE FORMALI" ALLE "COSE FATTE MALE" E MAURITO NELL'ANNO DELLA CONSACRAZIONE DEFINITIVA
In un modo e nell'altro l'Inter è riuscita a
portare a casa il derby ribaltando per ben due volte il risultato. Il derby con
i cugini del Milan ha determinato due conferme: il mercato
non influisce mai sui risultati in campo e la consacrazione
definitiva di Mauro Icardi.
In estate l'Inter ha sì speso poco in seguito ai paletti del
Fair Play Finanziario imposti dalla UEFA e al blocco dei capitali all'estero
dettato dal governo cinese che ha mandato in alto mare l'affare Patrick
Schick, ma è stato un mercato intelligente e mirato a ritoccare le zone in
cui la squadra doveva essere rafforzata per esempio il centrocampo e le fasce
laterali, anche se al gong della fine della sessione non è arrivato il centrale
richiesto da Luciano Spalletti. Mentre dall'altra parte del
Naviglio, invece, il Milan delle cose formali gettava nel vento soldi (non
suoi, ma presi in prestito dal fondo Elliott) come fossero fiches scommettendo
tutto su questa stagione con l'obiettivo assoluto di conquistare la Champions
League, unica scorciatoia per coprire il debito con il fondo americano e per
gestire al meglio la situazione finanziaria. E dalle cose formali alle cose
fatte male, il passo è breve. Infatti, il mercato stellare e faraonico del
Milan ha illuso i suoi tifosi, costretti a fare i conti con un inizio di
stagione a dir poco deludente: quattro sconfitte in otto partite di campionato,
vetta della classifica già lontanissima e zona Champions sempre più distante.
Era comprensibile ed inevitabile che avrebbe avuto qualche grattacapo
nell'assemblare una formazione del tutto nuova di zecca e che per metterla in
condizione ottimale servivano tempo e pazienza, ma ci aspettava qualcosa in più
viste le premesse pattuite in estate. Vincenzo Montella, accusato
da una parte dei vertici societari e dei tifosi rossoneri di non aver dato
un'impronta sul piano di gioco e un'identità alla squadra, non ha ancora
sbrogliato il bandolo della matassa e molti giocatori nuovi o non riescono ad
assimilare la sua filosofia di gioco oppure non riescono a dare in campo
risultati sperati. Fra cui Leonardo Bonucci, colui che da centrale
esperto doveva spostare gli equilibri alla squadra e da capitano catapultato
all'improvviso (imposto dai vertici societari e dal tecnico campano, non dallo
spogliatoio) scuotere le teste dei suoi compagni nei momenti di difficoltà, non
sta dimostrando nè il valore, pagato per 40 milioni di euro presentandosi
come top player e percependo un ingaggio troppo alto, nè il carisma. Questa è
la totale differenza fra chi spende alla cazzo di cane e chi con oculatezza. Ed
è stata chiaramente notata nel derby di qualche giorno fa.
Capitolo Icardi: la tripletta e
la prestazione da urlo di Maurito a San Siro sotto
gli occhi di Diego Milito, ultimo ad essere riuscito a compiere
un'impresa simile cinque anni fa, sono segnali incoraggianti e lampanti di
crescita e di maturazione e, infatti, l'arrivo di Spalletti gli sta facendo
fare il definitivo salto di qualità. Due concetti intesi per il modo
con cui ha guidato e aiutato i suoi alla vittoria partecipando ad ogni azione
di gioco e muovendosi su tutto il campo, basti pensare a come è arrivato il
secondo gol quando egli recupera palla a Lucas Biglia proprio
nel momento migliore dei rossoneri e delicato dei nerazzurri e finalizza il
momentaneo 2-1. Un'opera d'arte aggiunto al calcio di rigore trasformato con
freddezza e personalità al minuto novantunesimo. Tre reti zittiscono le feroci
critiche dei detrattori che provano a destabilizzare l'ambiente
nerazzurro. Il centravanti e capitano argentino è sempre più leader,
sempre più capace di caricarsi la squadra alle spalle larghe come quelle
di Zlatan Ibrahimovic e di risolvere da solo le partite nei
momenti che contano fortemente.
Un'evoluzione di questo passo al pari con quella della squadra
concreta, piacevole, resistente alle sofferenze, organizzata dal punto di vista
del gioco, compattato e unito nel remare nella medesima direzione. Merito del
tecnico certaldino, il vero top player del mercato estivo dell'Inter, il
professor Maggi del calcio che entra nella testa dei giocatori e motiva, ti dà
i consigli giusti in campo, ma guai a farlo incazzare sennò bestemmia tutto il
calendario in un nanosecondo.
Sabato affronterà l'emblema del calcio champagne,
il Napoli. Una sorte di spareggio per la testa del campionato. A casa di Diego
Armando Maradona, con cui Maurito ha un conto in sospeso,
sarà un esame difficile da superare, ma, dato che l'Inter non ha impegni nelle
coppe europee, le speranze per abbattere il tabù del San Paolo o
per di più uscire indenne dalla morsa partenopea sono vivissime.
Superare un terzo scontro diretto sarebbe la prova che la squadra nerazzurra
potrebbe ambire ai primissimi posti per la qualificazione in Champions League
senza disputare lo scoglio dei preliminari estivi per accedere alla fase a
gironi o addirittura allo Scudetto, il sogno proibito di Massimo
Moratti.
Antonio Marcello Fasulo
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