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CASO MANIACI: PALADINO DELL'ANTIMAFIA O MILLANTATORE DA QUATTRO SOLDI? ASPETTIAMO LA SENTENZA


Ci ho messo un po' a scrivere perché fino all'ultimo mi sono sforzato di immaginare che fosse tutto falso. Avevo pensato ad un complotto organizzato dai pennivendoli per mirare a screditarlo oppure di un abbaglio della magistratura che ha preso un granchio. Poi qualche giorno fa ho letto, ho ascoltato le intercettazioni a suo carico diffuse dalla Procura di Palermo pubblicate su La Repubblica e su altri giornali e mi è crollato il mondo addosso gettandomi nello sconforto.

Come il sottoscritto, tante persone, che avevano creduto in lui, sono rimaste pietrificate vedendo quel video e riconoscendo la voce inconfondibile di Pino Maniaci. Da quelle intercettazioni si emergono con chiarezza che il direttore di Telejato, famoso paladino dell'Antimafia, aveva usufruito il suo distintivo da un lato per difendere "i cazzi suoi" (scusate il francesismo) ovvero difendere i suoi scopi personali e dall'altro, invece, nei panni di una persona con aria da mafioso per chiedere il pizzo, per estorcere di un euro in più il sindaco del suo paese, Partinico, e di quello di Borgatto in cambio di una linea morbida su alcuni scoop giornalistici che vedono i primi due cittadini e i gruppi consiliari coinvolti nella vicenda oppure fare un favore a loro per mettere la sua amante in Comune.

Altro che un eroe, è solamente un millantatore. Altro che mafia, questioni di corna e femmine. Aveva problemi del tutto lontani da quelli delle minacce, degli attentati e delle continue oppressioni a stampo mafioso. Vi ricordate le due intimidazioni nel giro di pochi giorni ricevute da Maniaci nel dicembre 2014? Non sono stati i capi di Cosa Nostra a incendiare la macchina e nemmeno ad impiccare i suoi due cani, è stato il marito della sua amante che aveva scoperto la tresca tra i due e voleva vendicarsi, come abbiamo ascoltato nell'audio

Ci siamo innamorati della figura del piccolo baffone, armato di pochi mezzi e tanta forza, che si trasformava i mulini al vento di vari clan mafioso, che volevano imbavagliare la bocca negando la parola e provandolo a mettere paura, ma da lì abbiamo scoperto un'altra identità. Io ho scritto quello che ho visto e sentito, ma possiamo pure sbagliarci e infatti noi siamo garantisti. Diamo a Pino l'opportunità di difendersi fino all'ultimo grado di giudizio dai reati gravi che lo vedono indagato e si aspetterà la sentenza definitiva.

Non saranno i media giudicarlo, ma saranno i giudici e i suoi difensori a giocare la partita.


Se saranno confermate le ipotesi di reato, allora il caro Maniaci dovrebbe chiedere scusa a tutti, proprio a tutti coloro che nel piccolo uomo con grandi baffi vedevano una speranza e credevano nel suo impegno alla lotta contro la criminalità, e alle vittime uccise dalla mafia. E inoltre restituisca subito uno dei sei premi del cazzo, come lo aveva definito, che gli venne consegnato sei anni fa in memoria di Mario Francese, giornalista palermitano morto nelle mani della mafia e chieda all'organizzazione internazionale Reporter senza frontiere di depennarsi dalla lista dei 100 eroi nell'informazione del mondo per due motivi. Punto primo: ho interpretato la parte dell'eroe e del paladino dell'Antimafia per gonfiare il portafoglio. Punto secondo: sono un PDMPezzo di Merda.

@fasulo_antonio

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