LA RUSSIA E LE PANZANE DI BIDEN IN SOCCORSO AD UN PD IN CRISI DI CONSENSI E ORMAI VICINO AD UNA SCONFITTA GIÀ ANNUNCIATA
Ora è tutto chiaro: i 19
milioni di italiani (compreso il sottoscritto) che si sono recati alle
urne il 4 Dicembre di un anno fa per scongiurare un danno alla
Costituzione scritta dai nostri Padri Costituenti dopo la Resistenza non erano
esseri umani, bensì sosia di nazionalità russa nel quale a muovere i fili
dall'alto era Vladimir Putin.
Ecco il curioso motivo per cui Matteo Renzi e
il Partito Democratico sono usciti sonoramente con le ossa
rotte al quesito referendario costringendo il primo alle dimissioni
da premier. Sono state dunque le interferenze del Cremlino ad indurre
il 60% degli elettori a surclassare di pernacchie la riforma
costituzionale per boicottare l'ex sindaco di Firenze e spedire prossimamente
al governo i nazionalisti della Lega Nord e i
populisti del Movimento Cinque Stelle.
A lanciare il presunto sospetto è Joe Biden, l'ex
presidente degli Stati Uniti in un articolo pubblicato alla rivista Foreign
Affairs insieme all'ex vice assistente segretario della Difesa Michael
Carpenter. Seguendo il suo ragionamento, allora la maggioranza dei
britannici e degli americani, stufi del vecchio establishment, hanno scelto di
votare rispettivamente l'uscita dall'Unione Europea e Donald
Trump per volere di Putin in cambio di rubli e casse di vodka russa
autentica. Ma mi faccia il piacere, è una panzana che sfiora oltre i
confini del ridicolo. Una fake news all'interno di una
fake news.
Le fake news sono sì un cancro per l'opinione pubblica e come
tutti i cancri va estirpato nel più breve possibile, ma credere che la Russia
abbia condizionato l'esito referendario dà l'idea di una psicosi che non sposta
né consensi e che non giustifica la sconfitta al quale brucia ancora. Se
la memoria non mi inganna, mi ricordo che a sollecitare il voto referendario
non erano i russi, ma la stessa amministrazione di cui faceva parte Biden. Come
ricordare Barack Obama che si spese in persona per
sostenere Renzi e l'ambasciatore John Phillips che minacciò
gli italiani a votare il Sì sennò avrebbe ritirato gli investimenti americani
dall'estero. Un'intenzione di voto a stelle e a strisce al chiaro di luce come
quella della maggior parte dei mass media e dei poteri finanziari, i quali fino
all'ultimo giorno della campagna referendaria continuavano a pronosticare e ad
annunciare scenari catastrofici se perdevano quei tromboni per cui
sostenevano.
Inoltre, non ci sono conferme su cui Putin dovrebbe favorire
il Movimento Cinque Stelle e la Lega Nord a discapito di un ennesimo governo
delle larghe intese Renzi-Berlusconi quando il primo da premier si
oppose ferocemente a nuove sanzioni alla Russia e l'altro è compagno di merende
da una vita.
Tanti indizi determinano la prova su cui i russi non c'entrano
un tubero e Biden ha scritto falsità senza uno stralcio di conferma
sull'esistenza dei fatti.
Le fake news dell'ex vice-presidente degli Stati Uniti,
appoggiate dalla maggior parte dei media e dal PD sono la dimostrazione
dell'inettitudine ed incapacità di un partito in crisi di consensi
e in perdita di alleati che non riconosce i propri errori e si dirige
sempre più verso la punta dell'iceberg ormai annunciata.
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