L'ENDORSEMENT DI BENIGNI ALLA RIFORMA SCRITTA CON I PIEDI E PASTICCIATA NON E' UN TOCCASANA PER RENZI, BENSI' UN FAVORE AI SOSTENITORI DEL NO
Facciamo una chiarezza e mettiamocela in mente: Roberto Benigni non è più il piccolo diavolo che esprimeva un linguaggio scurrile e volgare come si è visto nel film Berlinguer ti voglio bene nei panni di Mario Cioni - un giovane sottoproletario con complesso edipico ed altre inibizioni a livello esistenziale e sociale, che si ribella solo a parole all'alienazione di vita e di comportamento prodotta dall'attuale società- o metteva a toccare la patonza di Raffaela Carrà e il pisello finto di Pippo Baudo in diretta nazionale.
Prima che mutasse la sua verve satirica, di lui apprezzavo la capacità di irridere il potere, ma adesso, messosi dalla stessa parte di chi era oggetto della sua ironia, ha smarrito la propria identità basti pensare l'endorsement al referendum costituzionale per soccorrere il suo caro vecchio amico Matteo Renzi, in difficoltà in questa campagna referendaria con i sondaggi che segnalano una probabile disfatta per i futuri padri prostituenti e obbligato a compiere una propaganda politica al sapor di disperazione (l'ultima è quella di riesumare la nonna delle promesse, il Ponte sullo Stretto di Messina promettendo che l'opera permetterà la creazione di centomila posti di lavoro). Appunto lui, il principale alfiere della Costituzione, che quattro anni fa girovagava da un palcoscenico all'altro manifestando con entusiasmo ed enfasi la propria venerazione e difendendo ad oltranza la carta costituzionale del 1948 scritta dai nostri Padri Costituenti ritenendola "la più bella del mondo" e oggi, con la solita spocchia di un intellettuale di sinistra da quattro spiccioli, preferisce una riforma pasticciata e scritta a quattro mani da Maria Elena Boschi e Denis Verdini con quest'ultimo che svolgerà il compito anche di salvaguardare i numeri dell'esecutivo al Senato e a sorreggere il governo in ogni volta che si inciampa, che nulla (il nulla sarebbe la Costituzione del 1948, di cui qualche anno fa esaltava la propria magnificenza) permanendo così il ruffiano dell'ex sindaco di Firenze, a cui gli rinnova servile fedeltà.
La sua inversione a U al referendum è macchiata dal prologo di sei minuti della replica dello spettacolo serale sulla Costituzione con l'aggiunta del pagamento di 200mila euro per convertirlo a tornare alla corte patronale di Renzi e, all'offerta della Rai, Benigni, pur di svendere un briciolo di onestà intellettuale e di coerenza ad un ladro di biciclette (non Silvio, bensì il figlioccio con l'accento toscano) cambia verso e rimane allineato al pensiero unico perché rischierebbe di essere emarginato dal circo mediatico al quale ha dato una poderosa importanza. A proposito di visibilità, per scoprire quanto è suscettibile l'opinione pubblica il fu Benigni innanzitutto ha voluto iscriversi immediatamente al movimento dell'Apocalisse, in cui si raccontano frottole anche pessime nel tentare di abbindolare qualche italiano, che non ha anche sciolto la riserva prima della famelica data del referendum, a porre la crocetta sul SI, e raggiunto nei giorni scorsi dalle Iene, ha fatto una battuta da sbellicare le risate per sostenere che il NO comporterebbe all'Italia un'onda anomala di depressione generale, uno scenario catastrofico paragonabile all'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea.
Angosciante il suo infelice accostamento alla Brexit in quanto dimostra di essere una persona incoerente e disinformata (o peggio in malafede) su quanto avvenuto ed avviene nel mondo. A dire il vero, il voto inglese ha portato per il momento solo benefici, e pertanto le teorie dei profeti di sventura che avevano pronosticato e annunciato una tragedia sono state smentite.
Pensavi di spaventare l'opinione pubblica, spronando gli elettori a votare secondo coscienza senza farsi condizionare dalle ragioni di negare all'esecutivo di frantumare la nostra Costituzione, ma noi siamo abituati a ragionare con la nostra testa ed eventualmente a commettere anche dei passaggi errati.
Caro Roberto ti abbiamo capito che hai ceduto alle lusinghe del potere e spero che dopo il 4 Dicembre ritorni al più presto possibile.
@fasulo_antonio
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