E’ servito un
confronto a faccia a faccia tra Mauro Icardi e la dirigenza nerazzurra per
decifrare la situazione e trovare una soluzione al problema al più presto
possibile.
Il centravanti dell’Inter
chiede scusa e pagherà la multa per aver violato il Regolamento interno, che
pensa di versarla in beneficenza a favore di una scuola in Argentina, e inoltre
la dirigenza, senza la presenza degli attuali proprietari, ha acconsentito ad
una delle esigenze richieste dalla Curva
Nord per prendere provvedimenti nei suoi confronti: la rimozione dal
commercio del suo libro autobiografico per poi rimetterlo prossimamente in
vendita senza accennare quel episodio e narrato dallo stesso Icardi che hanno
generato con gli ultras del settore, ma non la fascia da capitano.
Per le prossime partite rivedremo Maurito ancora con la fascia attaccata al braccio, ma su quella
polemica montata sul nulla a pagarne le conseguenze e a perdere la faccia è
proprio l'Inter.
Dell'Inter, intendo chiaramente i responsabili
dell'accaduto.
Ne esce sconfitto dalla grottesca vicenda nerazzurra la
curva, che, invece, di svolgere il proprio dovere, ossia tifare e sostenere
l'Inter davanti ad ogni cosa, hanno fatto l'esatto contrario e preferiscono
creare scompiglio dando il colpo di grazia ad una squadra mentalmente fragile.
Frantumano le uova nel paniere e si permettono (chi diavolo credono di essere
Mussolini e Hitler?) di dare gli ordini agli alti vertici della società
meneghina. In passato la categoria degli ultrà era l'arma in più a scendere nel
rettangolo di gioco, il carburante che riempie l'entusiasmo nello stadio e
l'energia necessaria capace di dare la carica alla squadra in difficoltà sul
piano caratteriale durante una partita, ma con il trascorrere del tempo è
divenuto una forza del male che rischia di uccidere il calcio.
Ne esce sconfitto la società, la quale ha messo a nudo la
propria inadeguatezza e incapacità a controllare una questione sfuggita di mano
restando in ostaggio di contestazioni e urla di un tifo organizzato e trascinando
squadra e ambiente verso il punto più basso. Debole la giustificazione di
Javier Zanetti, sceso in campo presentandosi più da ex capitano che nel suo
ruolo di cui riveste da tre anni, quando all'età di quarant'anni appese le
scarpette e la fascia da capitano per fare il ruffiano con gli ultras per
punire il povero Maurito, con il
quale ha chiesto di avere il massimo rispetto della tifoseria. Quale? La minoranza presente in curva che
ha fischiato il loro condottiero indulgendo a commettere l'errore sul dischetto
oppure coloro il quale ha risposto alle contestazioni e ai messaggi esposti
della Curva Nord con scroscianti applausi prima e dopo il calcio di rigore
sbagliato? Per fortuna un messaggero ha fatto in tempo a recapitare ai boia
l'intervento della famiglia Zhang a
fermare l'esecuzione confermando fiducia e grado al condottiero argentino.
Ne esce sconfitto anche Icardi. Per lui non è stata una
settimana facile: dalle bordate di Diego
Armando Maradona bollando come un traditore rovina famiglie in seguito alla
relazione con Wanda Nara e dal veto di Lionel Messi sul suo ingresso
nella Nazionale Argentina nell'intento di fargliela pagare per il danno fatto
al suo amico e compagno di squadra a Barcellona una dozzina di anni fa, Maxi
Lopez, fino alla ultima polemica sul racconto dell'episodio a Reggio Emilia, il
pomo della discordia nella rottura con una parte della tifoseria. Non mi
soffermo sull'episodio per la scarsa o poca conoscenza di quello che è
accaduto, ma porrei una domanda alla società, se, era consapevole del fatto,
perché non ha controllato di ciò che aveva scritto prima di pubblicare il
bestseller anche per evitare il putiferio tra le due parti? Diciamo la verità,
il libro di Maurito è pieno di insensatezze ed è scritto con i piedi come la riforma
al Senato per sancire lo sfascio alla Costituzione. Scrivere una biografia
significa tracciare un resoconto sulla propria vita e infatti molti personaggi,
non solo nel mondo dello sport, hanno aspettato anni per raccontare. Il
capitano dell'Inter, in realtà, ha descritto la propria vita in età precoce e
in modo prematuro dove ha raccontato ancora di essere un giocatore nel corso
della sua carriera e un ragazzo che sta iniziando a prendere le sue
responsabilità da padre e soprattutto da uomo anche se deve mostrare in
spogliatoio dedizione totale, carattere e nervi saldi, valori che un capitano
ne detiene. Per carità ognuno ha il diritto di scrivere, ma prima di prendere
iniziativa, doveva innanzitutto avere la consapevolezza di ciò che scrive.
Spero che la nuova proprietà nomini immediatamente un
dirigente, una figura alla Lele Oriali che sappia tamponare la
falla su un caso alla Icardi cercando subito la soluzione al problema e dettare
consigli a Frank De Boer, il quale
non sa che pesci prendere e ad ora, con il bonus-vittoria contro la Juventus
ampiamente consumato, è stato messo sulla graticola con il rischio di venir
sollevato dall'incarico. E io mi auguro che si ricucia in questo momento
drammatico il rapporto tra il giovane sudamericano e la Curva Nord e tornare a
svolgere i propri ruoli.
Antonio Marcello
Fasulo
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