PER IL MOVIMENTO CHE DICE DI ESSERE PRONTA A GOVERNARE, NON DEVE AVERE TITUBANZE. SUI DIRITTI NON SI SCHERZA
Quando ho letto il post sul blog di Beppe Grillo mi è sembrato il discorso di Matteo Renzi, il quale aveva lasciato la libertà di coscienza ai suoi parlamentari sulle unioni civili e sulla stepchild adoption, presente nell'articolo 5 del ddl della senatrice PD Monica Cirinnà, ossia quella che consente ad una coppia gay l'adozione del figlio biologico del compagno. Così lo ha fatto lo stesso Grillo. La "libertà di coscienza" significa che ogni senatore ha la facoltà di scegliere o di decidere autonomamente il proprio destino sulla votazione finale di domani. Un grande passo in avanti, ci fa piacere che su questo, come altri temi, ognuno ha il diritto di esprimere il proprio parere però io mi ricordo che quel concetto il Movimento Cinque Stelle, attraverso le parole del padre-fondatore della creatura, l'ha sempre sminuito e so con esattezza che i parlamentari devono essere portavoce dei cittadini e rispettare la loro volontà espressa sulla rete. A questa retorica è chiaro che le persone (elettori M5S e sostenitori per i diritti Lgbt) si sentono sorprese e tradite dalle parole di Grillo, ma come mai c'è stato improvvisamente un cambio di opinione smentendo le dichiarazioni dei giorni scorsi dove il M5S ha ripetuto che il voto favorevole alle unioni civili ci sarebbe stato anche in presenza della stepchild adoption. Ve lo spiego in quattro punti:
Uno: secondo
Grillo, «nella votazione online che si è
svolta a ottobre 2014 non era presente alcun accenno alle adozioni e gli
iscritti del M5S non hanno potuto dibattere su questo argomento specifico».Il
leader 5 Stelle motiva la sua decisione rimandando alla votazione online di
quel giorno dove con una maggioranza schiacciante più di 21mila iscritte al
blog su 25mila hanno dato parere favorevole sulle unioni civili e convivenze,
ovvero proprio sul testo base del DDL Cirinnà che era allora in discussione in
commissione giustizia al Senato.
Qui
dice una mezza verità e una mezza bugia. Nella votazione è vero non era
presente alcuno accenno sulle adozioni per le coppie omosessuali che non erano
previste nemmeno nel ddl Cirinnà, ma i parlamentari e gli elettori M5S sapevano
a conoscenza della stepchild adoption come ebbe modo di ricordare il senatore Alberto Airola;
in Italia quest'ultima vale per le coppie etero dal 1983 e
permette l’adozione del figlio del coniuge, con il consenso del genitore
biologico, solo se l’adozione corrisponde all’interesse del figlio, che deve
dare il consenso (se maggiore di 14 anni) o comunque esprimere la sua opinione
(se di età tra i 12 e i 14). L’adozione non è automatica ma viene disposta dal
Tribunale per i minorenni dopo un accurato screening sull’idoneità affettiva,
la capacità educativa, la situazione personale ed economica, la salute e
l’ambiente familiare di colui che chiede l’adozione.
Due: Nel Movimento sono presenti alcuni parlamentari,
manovrati e in collaborazione con il Vaticano, che hanno espresso la loro
contrarietà alla stepchild adoption, tra questi spicca in particolare Sergio
Puglia e Tiziana Ciprini; il primo constatava che sul tema della adozioni
bisognerebbe riflettere molto meglio di quanto sia stato fatto e ha avvertito i
suoi colleghi che “con questa legge rischiamo di aprire una voragine nei fondamenti
dell’umano”, mentre l’altra (la cretina protagonista per i selfie-horror
nei campi di concentramento) ha
affermato che una volta approvata la legge si rischierebbe l’utero in affitto.
A quel punto Grillo (oppure
colui che manovra le scelte politiche del M5S) ha capito che espellerli
rischierebbe di indebolire a livello numerico il suo gruppo parlamentare e quindi l’unica soluzione è quella di posare
l’ascia da guerra e porre un clamoroso e improvviso dietrofront.
Tre: la paura di
connotare troppo il Movimento Cinque Stelle e di perdere quell’elettorato di
destra che comunque ne fa parte. Era già successo nell’ottobre 2013 quando i
senatori avevano presentato l’abrogazione del reato di immigrazione clandestina
e dal blog è stato scritto un post per fermarli con Casaleggio, il quale aveva
avvertito che con quella proposta, il movimento grillino rischierebbe di avere
consensi elettorali da prefisso telefonico. Poi ci sarebbe un altro particolare
che ha indotto Grillo a cambiare rotta: secondo
AdnKronos sarebbe stato un sondaggio sulla composizione dell’elettorato M5S
,realizzato dalla Luiss, a smuovere i
vertici. Dai dati si emergono che a votare i Cinque Stelle è guarda caso
proprio l’elettorato di destra. E per questo, hanno adottato una linea da
vecchia DC.
Quattro ed ultimo punto: Il M5S non vuole passare per la
stampella del PD come nell’elezione dei tre giudici della Consulta e non ha
intenzione di togliere le castagne dal fuoco al governo in netta difficoltà sui
numeri. Per questo hanno adottato una linea tattica, furba e politica che
rispettosa nei confronti dei suoi parlamentari contrari al DDL Cirinnà, anche
se sembra una mossa da sciacalli per dire “se nel caso venisse affossata la
norma, noi godiamo”. Infatti l’esito ha fatto saltare sui banchi del Governo Alfano,
che esulta per il cambio di posizione, e
soprattutto a Renzi che potrebbe far ricadere le colpe della eventuale mancata approvazione della stepchild adoption
proprio sul M5S.
A mio parere, il ddl Cirinnà è una legge che va votata senza se senza ma anche se presenta diversi difetti. E inoltre per un Movimento pronto a guidare un giorno la nazione non deve avere titubanze e sui diritti non si scherza pertanto riguardo sulla stepchild adoption non è una questione di coscienza, ma di civiltà.
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