Pochi giorni fa, il non Presidente della Repubblica re Giorgio (II) Napolitano non ha ricevuto le opposizioni (M5S,Sel,Lega Nord e Gruppo Misto) e ha dato l'incarico a Piero Grasso di introdurre la ghigliottina, un metodo più spregevole per tappare la bocca alle opposizioni e per avviare più velocemente allo smantellamento della Costituzione cioè la riforma del Senato firmato a otto mani: Renzi , Berlusconi , Boschi e il pluricindagato Verdini.
È il caso di dire che Napolitano è proprio «Sme»morato perché il 15 Novembre 2005,circa 9 anni fa, prima di essere nominato Presidente della Repubblica l'anno dopo, si schierò contro la riforma costituzionale del centrodestra ribadendo l’attaccamento alla Costituzione dei padri fondatori (esattamente come fanno ora gli oppositori di Renzi).
Ecco le parole pronunciate al Senato da Giorgio Napolitano nel 2005,a quell'epoca era stato nominato dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi senatore a vita:
“(…) Quel che anch’io giudico inaccettabile è, invece, il voler dilatare in modo abnorme i poteri del Primo Ministro, secondo uno schema che non trova l’eguale in altri modelli costituzionali europei e, più in generale, lo sfuggire a ogni vincolo di pesi e contrappesi, di equilibri istituzionali, di limiti e di regole da condividere. Quel che anch’io giudico inaccettabile è una soluzione priva di ogni razionalità del problema del Senato, con imprevedibili conseguenze sulla linearità ed efficacia del procedimento legislativo; una alterazione della fisionomia unitaria della Corte costituzionale, o, ancor più, un indebolimento dell’istituzione suprema di garanzia, la Presidenza della Repubblica, di cui tutti avremmo dovuto apprezzare l’inestimabile valore in questi anni di più duro scontro politico.
“Il contrasto che ha preso corpo in Parlamento da due anni a questa parte e che si proporrà agli elettori chiamati a pronunciarsi prossimamente nel referendum confermativo non è tra passato e futuro, tra conservazione e innovazione, come si vorrebbe far credere, ma tra due antitetiche versioni della riforma dell’ordinamento della Repubblica: la prima, dominata da una logica di estrema personalizzazione della politica e del potere e da un deteriore compromesso tra calcoli di parte, a prezzo di una disarticolazione del tessuto istituzionale; la seconda, rispondente a un’idea di coerente ed efficace riassetto dei poteri e degli equilibri istituzionali nel rispetto di fondamentali principi e valori democratici.
La rottura che c’è stata rispetto al metodo della paziente ricerca di una larga intesa, il ricorso alla forza dei numeri della sola maggioranza per l’approvazione di una riforma non più parziale, come nel 2001, ma globale della Parte II della Costituzione, fanno oggi apparire problematica e ardua, in prospettiva, la ripresa di un cammino costruttivo sul terreno costituzionale; un cammino che bisognerà pur riprendere, nelle forme che risulteranno possibili e più efficaci, una volta che si sia con il referendum sgombrato il campo dalla legge che ha provocato un così radicale conflitto”.
Oltre a re Giorgio II, c'è un altro personaggio che soffre di amnesie ed è il terzo Presidente non eletto dal popolo senza andare alle elezioni cioè Matteo Renzi. Nel 2006 a quell'epoca Presidente della Provincia di Firenze assieme ai parlamentari toscani del centrosinistra firmarono l'appello in difesa della Costituzione e contro gli stravolgimenti , sottoscrivendo:
“Dieci sono le ragioni per votare no: un NO a una riforma che stravolge la nostra Costituzione riscrivendo ben 53 articoli, un NO a una riforma che rinvia al 2016 la riduzione del numero dei parlamentari, un NO per non ridurre il ruolo del presidente della Repubblica a quello di notaio che ratifica le scelte altrui, un NO per fermare il progetto che conferisce al premier poteri che nessuno Stato democratico prevede e lo rende sostanzialmente inamovibile, un NO alla rottura dell’unità del Paese”.
Matteo Renzi, Claudio Martini, Massimo Logli, Leonardo Domenici, Emilio Bonifazi, Giuseppe Fanfani tra gli altri.
Il tempo passa, le belle parole sulla Costituzione cambiano forma ,oggi re Giorgio e Matteo Renzi insieme al condannato per frode fiscale e decaduto da senatore per effetto della legge Severino Silvio Berlusconi faranno in tutti i modi per stravolgere la Costituzione dei nostri padri fondatori. Prima dell'ascesa di Renzi come premier, Napolitano e Berlusconi avevano tentato di stracciarla nella focosa estate del 2013,ma non ci sono riusciti grazie all'intervento del Movimento 5 Stelle ,l'unica e vera opposizione negli ultimi vent'anni. Spero che quel giorno,l'8 Agosto,la nostra Costituzione non venga distrutta da questi tre miserabili.
PS: Firmate la petizione del Fatto Quotidiano contro i ladri della democrazia e il Parlamento dei nominati,per riforme che facciano contare i cittadini.
@fasulo_antonio
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