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UNA POLTRONA PER DUE O DUE PER UNA POLTRONA? TRA DI MAIO E SALVINI, COMPARE IL TERZO UOMO


Eppure il Rosatellum era stato architettato per depotenziare l'ascesa del Movimento Cinque Stelle e per ricucire lo strappo tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi dopo la rottura del Patto del Nazareno avvenuta all'inizio del 2015 in seguito all'elezione di una personalità forte e autonoma come Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica. Ma, purtroppo per i due soggetti della deturpazione della Costituzione e della democrazia, non hanno fatto i conti con la rabbia e la frustrazione di milioni di elettori italiani, i quali, esprimendo il loro voto al movimento grillino di Luigi Di Maio o alla Lega nazionale lontana dalle radici del federalismo padano, hanno preferito sommergere e perire nella palude i partiti dell'Ancien Regime che disertare alle urne per restare a casa.

Sommersi da una valle di lacrime, sangue e merda, ma diabolici visto che l'attuale legge elettorale consente che non vinca nessuno e costringe i partiti vincitori a costruire un'alleanza di governo stabile e duraturo con il Partito Democratico che spinge sull'acceleratore per un accordo governativo tra M5S e Lega con le intenzioni chiare di restare all'opposizione senza interpellare la loro base - come è accaduto in Germania dove la maggioranza dei militanti socialdemocratici, consultati dal loro partito per un referendum interno, hanno approvato l'intesa governista con Angela Merkel aprendo al quarto mandato consecutivo alla cancelleria tedesca dopo un periodo di stallo durato quasi sei mesi dal 24 Settembre scorso - per non sporcare le mani ad eventuali governi dopo averle inzozzate con Verdini, Berlusconi e Alfano nella scorsa legislatura.

Se Berlusconi prova con tutti i mezzi a rompere i sospetti sull'alleanza governativa M5S-Lega e Renzi tiene in ostaggio il PD congelando i voti in freezer, i due vincitori morali delle elezioni incominciano a fare politica e si concordano per le Camere andando rispettivamente una al partito che ha avuto più voti in assoluto (il grillino Roberto Fico alla Camera) e un'altra alla coalizione arrivata prima (la forzista Maria Elisabetta Alberti Casellati al Senato).
 
Un compromesso sulle cariche istituzionali per sbloccare l'impasse e un rospo ingoiato con la Casellati da parte del M5S per ottenere Montecitorio sul quale iniziare rapidamente l'abolizione dei vitalizi e delle pensioni ai parlamentari, ma ciò non significa che entrambe le fazioni politiche si mettano d'accordo per avviare un governo visto che, salvo sorprese, l'intesa tra ambe le parti è impraticabile per quattro ragioni: a) la presenza dell'ex Cavaliere rende impossibile anche un dialogo; b) per volontà popolare il premier deve essere Di Maio, un'ipotesi sgradevole per Matteo Salvini in quanto non intende ricoprire l'incarico di vice all'ex vicepresidente della Camera e leader del movimento pentastellato; c) flat tax o reddito di cittadinanza? Insieme sono impraticabili e assai costose per le casse dello Stato, per un governo gialloverde una delle promesse elettorali verrà sotterrata.
 
 
Il PD continua ad arroccarsi all'Aventino per via della loro incapacità di costruire un progetto e un'identità per rinascere nel tempo e non si muove nemmeno se precipitassero frammenti della stazione spaziale cinese alla sede del Nazareno, a meno che, dopo una duplice batosta alle Regionali in Friuli e in Molise, non si convinca a far nascere un governo con supporto esterno al centrodestra o ai Cinque Stelle. Se le forze responsabili non trovassero una quadra per uscire dallo stallo, scenderebbe in prima persona Mattarella pronto a pescare dal cilindro una figura terza in grado di trovare la maggioranza per traghettare l'Italia sino ad Ottobre o all'anno prossimo (in coincidenza con le elezioni europee) e realizzare due punti condivisi da M5S e Lega (lotta ai privilegi della casta e contrasto alla povertà) più una nuova legge elettorale con premio di maggioranza nel quale indichi quale forza sia legittimata ad assumersi le responsabilità di decidere le sorti del nostro Paese.
 
Di Maio e Salvini hanno tanti punti discordanti, ma solo uno in comune: "cannibalizzare" i partiti dell'establishment e passare da un sistema tripolare a quello bipolare in modo da ritornare alle urne anticipate con un vero e proprio ballottaggio tra le due forze entrate da poco nel sistema per combattere il marcio e ambiziose di governare.
 

Commenti

  1. L'analisi, almeno per me, è direi condivisibile. Ma a me personalmente pare che l'unica vera soluzione democratica sia quella di fare un governo provvisorio che abbia il solo compito di redigere alla svelta, anzi sveltissima, una nuova legge elettorale così da tornare molto in fretta alle urne con questa nuova legge (a fine estate, presumo). Ci sono purtroppo cose molto urgenti che premono: Il documento di economia e finanza, gli emendamenti alla legge Fornero tra i più urgenti, poi il controllo dell'immigrazione clandestina con il ripristino del reato di clandestinità che pare passato sotto silenzio al di fuori della legge; poi ancora c'è da decidere tra reddito di cittadinanza (molto oneroso) e flat tax (altrettanto onerosa). Poi, ma con più calma, un certo numero di leggi da valutare se abrogarle, emendarle o lasciarle così (tra quelle indicate dalla rete o tra quelle individuate dal nuovo governo, quello definitivo chiamato finalmente a governare). Insomma, di carne al fuoco ce n'è molta, speriamo che non vada bruciata.

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