Lo stupro è uno strumento di
potere da parte di un genere su un altro e un crimine con il tentativo di
ledere la dignità di una donna provocando danni fisici e soprattutto
psicologici in un momento in cui deve ripartire la propria vita da zero con la
pavidità di avere fiducia di un uomo.
Un atto barbaro e ignobile da
condannare con fermezza indipendentemente dalla nazionalità di chi commette la
violenza fisica, ma il popolo ebete del fantomatico mondo della Rete -che
sostituisce ai tribunali a cui spettano di procedere le indagini, di valutare
sulla base dei criteri e infine giudicare i responsabili alla condanna o
all'assoluzione- ha emesso immediatamente le prime sentenze sui fatti
avvenuti a Firenze in cui al termine di una nottata in
discoteca le due studentesse americane sotto effetto dell'alcol e della droga
accompagnate da una gazzella di due carabinieri che le hanno offerto un
passaggio a casa e in loco si è consumata la violenza fisica su entrambe le
ragazze.
Se sul caso di Rimini l'opinione
pubblica e gran parte della stampa nazionale
sottolineavano maggiormente il colore della pelle e la cultura
del branco capeggiato da immigrati che il crimine commesso infischiandosene
sensibilmente del rispetto e dei danni fisico-traumatici che hanno coinvolto la
ragazza polacca e la transessuale peruviana e riempiendo il bicchiere di
propaganda fascio-populista sul tema dell'immigrazione così da aizzare
verbalmente e violentemente gli italiani a sfogarsi contro gli
stranieri, su quello successo nel capoluogo toscano l'accoglienza delle
due facce della società italiana è stata modesta, fredda e grande misura
nell'uso delle parole con l'intenzione di minimizzare l'accaduto passando
all'invito al garantismo dei due militari ritenuti innocenti fino a prova
contraria. In parole povere, fino a quando non arrivano prove certe, è meglio
mettere un cecio in bocca e inveire sulle due studentesse, collocando al
centro il fatto che fossero sotto l'effetto dell'alcol e della droga
(un'aggravante per i carabinieri in quanto erano in servizio e, dunque,
nell'esercizio delle funzioni e il comportamento animalesco di entrambi disonora
la loro divisa, per la quale tantissime persone hanno sacrificato la propria
vita), perché hanno avuto il coraggio di denunziare i due ufficiali e,
secondo loro, la loro denuncia rischierebbe di infangare un'istituzione
secolare, emblema della sicurezza e della legalità.
Di questi eventi drammatici,
stupisce la doppia morale, il famoso mantra "due pesi, due
misure" utilizzato da politici, giornalisti e gente comune, i
quali hanno urlato a squarciagola alla la pena di morte o alla castrazione
chimica per le bestie del branco della spiaggia riminese e invocato
ad andarci con i piedi di piombo a proposito dei due carabinieri sfogando la
propria rabbia contro le vittime divenute imputate del loro processo virtuale
nonostante ci siano le telecamere, i testimoni e la confessione dei due
militari.
Che piaccia o no ai leoni e alle
leonesse di tastiera e di penna, come le "bestie" di Rimini, davanti
alla legge i due carabinieri, sospesi dal servizio dell'Arma in netto ritardo
dopo le incertezze del comandante Tullio Del Sette (indagato
per favoreggiamento e rivelazione del segreto istruttorio nell'ambito
dell'inchiesta Consip, società che gestisce beni e servizi della
Pubblica Amministrazione, cioè di aver informato qualcuno sulla presenza di
cimici negli uffici rimosse in tempo facendo saltare definitivamente
l'indagine sulle mazzette per truccare l'appalto più grande d'Europa da 2,7
miliardi di euro), verranno giudicati analogamente per il reato di violenza
sessuale da un tribunale vero e non da quello virtuale e becero.
Non esistono stupri di massima
serie e stupri di bassa categoria, lo stupro è stupro e resta un atto violento,
di pura sopraffazione che umilia e ferisce, fisicamente e mentalmente.
È doveroso stare accanto alle
vittime, cosa che non è stata fatta ultimamente, piuttosto che avvelenare i
pozzi o trovare il pelo nell'uovo in una donna.
In Italia quando c'è da mettersi contro le forze dell'ordine siamo sempre di tutti d'accordo. Paragonare lo stupro di Rimini con il PRESUNTO stupro di Firenze, é da imbecilli. Quelli di Rimini erano 4 delinquenti disadattati, nel caso di Firenze c'è la parola delle americane contro quella dei CC, quindi come c.... fate (tu e tutti quelli che la pensano come te), a trattare i 2 CC come se fossero già stati condannati in Cassazione.
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