RENZI RIPRENDE TRONO E COMANDO DEL QUARTIER GENERALE, MA VI ASSICURO CHE NON RIENTRERÀ A PALAZZO CHIGI
È uscito dalla porta, è entrato dalla finestra, non di Palazzo Chigi.
Lì rimangono temporaneamente gli apostoli del Giglio Magico Fiorentino in attesa di un segnale dal loro capo, risorto dalle ceneri del referendum del 4 Dicembre, per dare il benservito con uno "Stai sereno" a Paolo Gentiloni come successe a Enrico Letta, una volta sottratti il potere e l'autonomia, in modo da compiere carte false per andare alle elezioni anticipate ad autunno, prima che l'attuale governo metta mano alla manovra finanziaria piena di lacrime e sangue, chiesta dall'Europa, e che i parlamentari vedano scaturire al fatidico giorno il diritto alla pensione al primo mandato, con il rischio di consegnare il Paese agli acerrimi rivali del Movimento Cinque Stelle e con la consapevolezza della contrarietà del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale ha più volte ripetuto l'urgenza di una nuova legge elettorale omogenea per entrambe le Camere e ricorretta senza il fastidioso nodo dell'ingovernabilità, e ha a cuore la sorte del governo fotocopia, ragioni per cui preferirebbe attendere la scadenza naturale della legislatura.
La vittoria di Matteo Renzi è indubitabile e indiscutibile, non era necessario aspettare tutto questo tempo per stabilire che il bischero fiorentino venisse riconfermato alla segreteria. Con le primarie, è avvenuta la mutazione genetica del Partito Democratico assumendo le sembianze di un partito personale, padronale e bulimica di potere, lacerato in cinque mesi dal tonfo referendario allo sgretolamento interno, che, oltre a minimizzare il dato dell'affluenza flop perdendo in quattro anni solo un terzo dei votanti e alle continue irregolarità alle urne, ha perduto tutti i valori che hanno fatto la storia della sinistra. Tranne uno, come sofferma Massimo D'Alema: lo stalinismo.
Le primarie di domenica scorsa hanno avuto un altro significato a differenza di quattro anni fa quando il partito puntò sulla sua grande popolarità perché è un vincente e la vittoria del rottamatore divenne l'apripista per giungere sugli scranni del governo senza passare dalla consultazione popolare: un voto pro o contro Renzi. Alla fine ha ottenuto la rivincita riprendendosi trono e comando del quartier generale. Insomma, un partito di centro, che da qualche tempo insegue la destra, senza alternative ad un leader che ha fallito la prova di governo è costretto a giacere, e invece con la rivincita del loro omino forte morirà renziano e democristiano.
A gioire del successo ottenuto, non solo l'ex sindaco di Firenze e i suoi apostoli, sono anche Beppe Grillo e Silvio Berlusconi per differenti motivi: il primo, secondo i quali, finché c'è lui che porterà il PD in cammino verso il burrone, il M5S crescerà nei sondaggi, mentre l'altro da tempo vede in lui l'alleato perfetto per scrivere nuovamente la legge elettorale e costruire il Patto della Nazione alle prossime elezioni al fine di arginare l'ascesa dei grillini.
Nonostante i veti delle alte cariche dello Stato, comunque l'ex premier ha "furia" e pertanto vuole centrare l'appuntamento fissato nella sua agenda politica, ossia andare presto al voto così di riacquisire in tempi brevi visibilità dalla stampa nazionale e credibilità dal popolo con la speranza di ottenere un'altra possibilità per governare.
In tre anni di malgoverno le chance le ha avute e malamente sprecate basti pensare al disastro di TUTTE le riforme partorite con o senza Berlusconi durante il suo primo mandato e inoltre non ha imparato niente dalla lezione che ha visto seppellire di pernacchie la sua schiforma costituzionale da circa venti milioni di italiani neanche un bagno di umiltà per ammettere i propri errori.
Ora il pugile indebolito e frastornato come un bambino capriccioso rivuole il suo giocattolo, Palazzo Chigi, ma purtroppo non riuscirà ad abbindolare nessuno nemmeno quei delusi, che hanno voltato le spalle e hanno preferito disertare i seggi delle primarie per la segreteria, divisi tra votare il meno peggio per evitare il ritorno del babbeo fiorentino al governo (il M5S) oppure restare a casa.
@fasulo_antonio
Ora il pugile indebolito e frastornato come un bambino capriccioso rivuole il suo giocattolo, Palazzo Chigi, ma purtroppo non riuscirà ad abbindolare nessuno nemmeno quei delusi, che hanno voltato le spalle e hanno preferito disertare i seggi delle primarie per la segreteria, divisi tra votare il meno peggio per evitare il ritorno del babbeo fiorentino al governo (il M5S) oppure restare a casa.
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